IL MIO SECONDO ROMANZO

Il mio secondo romanzo s'intitola La gabbia criminale, disponibile in libreria da metà ottobre 2010. Editore: Eclissi Editrice. Per saperne di più clicca qui: La gabbia criminale.

IL BOOK-TRAILER DE LA FOSSA COMUNE

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martedì 12 ottobre 2010

Sul Romanzo: un caso di censura on line

Sul Romanzo: un blog ormai molto conosciuto e frequentato dove Morgan Palmas sei giorni su sette parla di letteratura e di tutto quanto ha a che fare con la letteratura.
A marzo di quest’anno gli capita, tra le altre cose, di pubblicare un’intervista con l’autrice di una tesi universitaria. Nell’intervista quest’ultima denuncia che la sua tesi è stata copiata per una pubblicazione cartacea da una docente universitaria, che a suo tempo era stata correlatrice di laurea.
Ovviamente Morgan dà la massima pubblicità a una vicenda che si prospetta di una gravità inaudita, la stessa è ripresa anche dall’Espresso. Nel suo post, correttamente, Morgan dichiara che “lo spazio di confronto sarà disponibile per tutti i nomi coinvolti”. Invece di utilizzare il loro diritto di replica, che fanno i docenti coinvolti? Lo denunciano! Denunciano lui, tanto che per ordine della Polizia di Stato Google gli oscura un post relativo alla querelle in attesa di accertamenti. Senza alcuna sentenza, quindi, da parte di un giudice.
E’ una storia che preoccupa molto. Si denuncia un sito per aver messo a disposizione il suo spazio per raccontare una storia di plagio, concedendo ovviamente il massimo diritto di replica. Parliamo spesso, e a ragione, dei pericoli che sta correndo la libertà d’informazione. Ecco un caso concreto su cui mobilitarsi.
Potete trovare tutte le informazioni del caso su:

venerdì 17 settembre 2010

LA PASSIONE PER IL DELITTO 2010

LA PASSIONE PER IL DELITTO

Libri e autori tra giallo e noir
Dal 2002 a Villa Greppi di Monticello Brianza (Lecco)
Due settimane di incontri e iniziative

NONA EDIZIONE
DAL 26 SETTEMBRE AL 10 OTTOBRE 2010
www.lapassioneperildelitto.it


venerdì 20 agosto 2010

CITTA' CONTRO, terminato il nuovo noir

Ho finito il noir "Città contro", che ora passa alla fase di editing! Lo scenario del romanzo è il mondo dell'immigrazione nel trevigiano, tra imprenditori senza scrupoli, racket criminali, campi di migranti gestiti da ong generose ma sospettate, dalle istituzioni e dalla cittadinanza, di favorire il reato di clandestinità. Due omicidi daranno il via a un vortice di indagini e di avvenimenti che porterà alla luce tutto il marcio che si annida nelle parole d'ordine dei sedicenti alfieri dellasicurezza e della lotta all'immigrazione.

Il romanzo vede in azione alcuni dei protagonisti del mio romanzo precedente, La gabbia criminale, del quale è una sorta di sequel: Alberto Sartini, insegnate di filosofia in pensione, sua sorella Giovanna, e la splendida moglie Valentina. Ma molti altri personaggi fanno qui la loro comparsa: il sostituto procuratore Giancarlo Conte, il commissario Antonio Gragnaniello, Moussa il senegalese, Betti, la ragazza di provincia catapultata in vicende più grandi di lei, Piero il barbone, Mihai il rumeno esperto di software, don Vittorio Ruffini, capo della ong Santa Maria Immacolata, Paolo Candiani, medico, Marco Federgnani e la sua impresa edile, e un mondo di comprimari a popolare il mosaico dei migranti, da Khalid il capovillaggio, a Selim, a Modibo, l'africano del Mali dal volto devastato a causa di un incendio.

venerdì 9 luglio 2010

COPIE OMAGGIO

Dal blog di Giuliano Pavone: http://leroedeiduemari.blog.marsilioeditori.it/2010/07/09/copie-omaggio/#comment-44


Milano, una qualsiasi occasione sociale.

Giuliano: piacere, Giuliano.
Interlocutore generico: piacere, Interlocutore Generico.
Giuliano: e… di cosa ti occupi? (a Milano è la prima domanda)
Interlocutore generico: faccio l’ avvocato/il mellonaro/il prete laico/il guardiano dei cessi in autostrada. E tu?
Giuliano: mah, collaboro con dei giornali, scrivo… a settembre esce anche il mio primo romanzo.
Interlocutore generico: ah, bello! Allora quando esce mi regali una copia…
Giuliano: sì, lo farò volentieri quando tu mi regalerai una consulenza legale/un mellone/un’indulgenza/una pisciata.

DIFENDI GLI SCRITTORI ESORDIENTI. COMBATTI ANCHE TU LA PIAGA DEGLI SCROCCONI DI LIBRI.

mercoledì 7 luglio 2010

Beviamo un bicchiere assieme mentre parliamo di libri?

In attesa dell'uscita del mio nuovo romanzo "La gabbia criminale" (Eclissi Editrice), prevista per il prossimo ottobre, lunedì 19 luglio, alle ore 19:00, sono al locale "La Vineria" di Milano  a presentare il mio "La fossa comune". Se qualcuno passa da quelle parti, magari si degusta un bicchiere di buon vino assieme.

venerdì 18 giugno 2010

MELEGNANO NOIR

Melegnano Noir, il festival letterario dedicato al mondo giallo si terrà a Melegnano (Mi) da giovedì 24 a sabato 26 giugno 2010

Venti eventi (incontri con autori, concerti, bookcrossing, mostre, giochi) dedicati al mondo noir.

Sabato 26 alle 17:30 presenterò il mio La fossa comune.
Per le news e il programma cliccate QUI

venerdì 2 aprile 2010

IL GOVERNO HA TOLTO LE TARIFFE POSTALI AGEVOLATE PER I LIBRI!

Purtroppo i governi quando riempiono i telegiornali e i talk-show di aria fritta e rifritta come riforme e abbassamento delle tasse, è perché stanno attuando provvedimenti economicamente rovinosi ai danni dei cittadini. Ecco allora che ci ritroviamo un forte rincaro sul gas e sulla benzina (per dirne una) e l'incredibile taglio dei fondi per le spedizioni dei libri. Il taglio dei fondi implica un aumento per gli operatori che va dal doppio fino a sette volte la spesa di spedizione ( i pacchi ad esempio di 2,8 kg passano da 1 euro circa a 7 euro) e nei prossimi giorni gli utenti che acquisteranno libri si ritroveranno un costo delle spese di spedizione come minimo raddoppiato.
Il problema riguarderà tutti i fruitori di libri (tutti noi lettori) e sarà grave per tutti i produttori e promotori (dall'autore al distributore) di opere intellettuali tipo libri, riviste, quotidiani, ecc.
L'AIE e Fidare sono fortemente indignate e stanno agendo; dobbiamo però dare una mano tutti per raggiungere il risultato del ritiro di questo assurdo provvedimento. Tagli sulla cultura così repentini e 'decadenti' non possono secondo noi essere accettati da un popolo civile.
Se lo condividete, diffondete questo testo a tappeto su facebook e mediante tutti i vostri canali.

lunedì 29 marzo 2010

INTERVISTA SU "SCRITTORI D'ITALIA"

Scrittori d'Italia mi ha intervistato. Per leggere l'intervista clicca qui

venerdì 12 marzo 2010

IL MIO SECONDO ROMANZO ...


... uscirà a ottobre con Eclissi Editrice di Milano: http://www.eclissieditrice.com. L'annuncio qui

venerdì 5 marzo 2010

14 MARZO: PRESENTAZIONE DE "LA FOSSA COMUNE" AL PUNTO PERO


Domenica 14 marzo alle ore 10:45 al centro polifunzionale PuntoPero in via Sempione 70 - Pero (MI), nell'ambito degli Aperitivi letterari, presenterò il mio "La fossa comune". 

Maggiori informazioni su: http://puntopero.wordpress.com/2010/03/04/aperitivi-letterari-primavera-2010/

mercoledì 13 gennaio 2010

Racconto inedito: "L'UOMO CHE GUARDA"

La prima frase del racconto è tratta dall'incipit di un famoso romanzo del Novecento. Chi lo indovina?
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Oggi la mamma è morta. La telefonata dall’ospedale mi è arrivata verso l’una  del pomeriggio, quando stavo guardando il telegiornale. Come sempre, sentivo i suoni delle parole della speaker, ma soprattutto osservavo la sua faccia un po’ truce, seguivo i movimenti delle labbra e ogni tanto mi incantavo sul suo sguardo allucinato. E’ vestita strana, la tipa, con una giacca a righe verticali bianche e verdi, una collana etnica enorme, due orecchini di metallo pesanti che le trascinano verso il basso i lobi degli orecchi. Mi ero alzato dal divano per andare in bagno quando la soneria del telefono ha cominciato a trillare con insistenza. Sul display un numero che non conoscevo, e non ho risposto. Per fortuna ha smesso. Ma solo per poco, dopo qualche secondo quel suono insistente e petulante ha ripreso a tormentarmi i timpani, alla fine ho ceduto. 

La mamma è morta, mi hanno detto. E io sono qui che mi guardo attorno, nell’unica stanza del mio appartamento. C’è molto disordine, molti piatti sporchi sul lavello nell’angolo cottura, la donna delle pulizie arriva domani, viene una volta alla settimana, il lunedì, peccato che mia madre sia morta proprio oggi, se fosse morta domani o martedì almeno la casa sarebbe stata un po’ più in ordine, e poi non ho camicie stirate, anzi, per fortuna me ne sono ricordato, devo metterle in lavatrice ché sennò per domani non saranno asciutte e la donna non le potrà stirare. Sto lì a fissare la lavatrice per un po’. Oggi pomeriggio dovrò anche farmi vedere all’ospedale, immagino che ci siano delle pratiche burocratiche da sbrigare, e io sono l’unico parente in vita della mamma. Solo che fa un caldo tremendo, afoso, anche se siamo già in ottobre. Le imposte sono socchiuse, per non fare entrare il sole, guardo giù ma non c’è quasi nessuno per la via, solo un cane che ansima sul portone del palazzo di fronte. D’altronde è domenica, chi è così pazzo da andarsene in giro con questa canicola infernale. Mi stendo sul divano e mi accendo una sigaretta, e mi incanto a osservare le nuvolette di fumo che escono dalla mia bocca aperta, si muovono lente, sensuali, quasi estenuate anch’esse dalla temperatura e dall’umidità, non riescono nemmeno a salire su fino al soffitto, si perdono a metà, come se ci fosse una barriera che cercano di superare scivolando sotto, per trovare un passaggio da cui poi riprendere il cammino verso l’alto. Ma non c’è alcun passaggio, e il fumo si ferma lì, a mezz’aria, dissolvendosi poi in un’atmosfera grigiastra uniforme che invade tutta la stanza, me stesso e i miei polmoni. Quasi fosse un liquido amniotico, la cui funzione però non è tenere in vita, bensì accompagnare verso il nulla. O verso il tutto, che è la stessa cosa. L’ineluttabile processo dell’entropia.

All’ospedale mia madre non me la fanno nemmeno vedere, per domattina allestiranno la camera ardente, e per un’oretta mi dicono che potrò stare con lei. Mi fanno firmare un sacco di carte, e io firmo, diligente, l’impiegata è gentile, mi guarda amorevolmente, coraggio, mi dice, mentre mi prende di mano i fogli che ho riempito di scarabocchi. Io abbozzo un sorriso di circostanza, mi osservo le mani e mi accorgo che mi hanno dato una biro che spande l’inchiostro e sporca le dita, ci sono macchie violacee sulle unghie e sulle falangi. Meccanicamente sollevo la mano destra e la tendo verso la donna tutta vestita di bianco dall’altra parte del bancone, come per farle notare che cosa mi è successo, e lei si ritrae, con un lieve grido, forse teme che la insudici, o forse ha paura di come ora la sto fissando, la scopro inquieta, gli occhi che vagano da una parte all’altra, le do subito dei fazzoletti di carta, mi dice in fretta, li cerca sotto il bancone, ma evidentemente non li trova, è agitata, poveretta, impreparata, e io me ne sto lì, fermo, immobile, in attesa, mentre ne studio i lineamenti, le gote rosse, la ciocca di capelli che spunta dal berrettino bianco che ha sulla testa. Gli occhi sono color nocciola, banali, senza luce, opachi come i fazzoletti che finalmente mi porge, scusandosi per l’inconveniente, non fa nulla, la rassicuro, sono cose che capitano, e la compiango per quel suo affannarsi e per il disagio che mi butta in faccia senza alcun pudore.

A pomeriggio inoltrato sono nell’appartamento della mamma e mi faccio una birra. Spalanco le finestre e resto in mutande e in maglietta, tutto in questa casa è in un ordine perfetto, non una cosa fuori posto, la cera che brilla sui pavimenti. Mi sporgo dalla finestra a contemplare dall’ottavo piano il formicolio che pervade la strada giù in basso, e volute di caldo malsano spurgano dall’asfalto salendo fino in cima, a stordirmi. Finisco la birra con un lungo sorso, respiro forte, un paio di rutti e vago indolente per le stanze.

La camera da letto di mia madre. Lo scrigno è là, in bella vista sul comò, sopra un centrino di pizzo, lei ci ha messo la fede di papà quand’è morto, tre anni fa, in novembre. La sua cosa più preziosa, diceva. Lo apro. La fede c’è ancora, e magari domani ci metterò pure quella della mamma, è tutto ciò che terrò di loro, mi dico, il resto in discarica, rimarranno solo le due fedi. Non so perché mi è venuta questa idea, non c’è un motivo preciso, magari getterò via tutto. Scuoto il capo e mi accendo una sigaretta, non vedo un posacenere in giro, ma è lo stesso, butterò la cenere per terra, sul parquet, nel silenzio attonito di questi muri che percorro lentamente con lo sguardo, con il santino del papa e il paesaggio dipinto da papà incorniciati tra la porta e l’armadio di noce. Muri che riflettevano impassibili i suoni della voce di mia madre, che anche in ospedale parlava parlava parlava, di cose senza senso, l’impegno, la responsabilità, la famiglia, i figli, lo status sociale. Di mio padre che si era fatto un mazzo così per garantire a tutti noi una posizione rispettabile nella società. Della mia incomprensibile abulia. Qualche giorno fa mi ricordava che mancava solo un mese all’anniversario della morte di papà, e che bisognava preparare tutto per bene, invitare i parenti e prenotare la messa in suffragio. Precisa, puntuale, le sue cazzate in cima a ogni priorità, le date e le scadenze innanzi tutto. E io sì, mamma, non ti preoccupare, sta’ tranquilla. Già. Date, scadenze, cose da fare. Io invece sono uno che guarda. Fisso la brace sulla punta della sigaretta e mi viene da ridere. Mi lascio cadere sul letto e rido, rido, ché solo giovedì scorso con mia madre ancora si parlava dello scrigno con la fede, di un mese, novembre, e di un anniversario. Il terzo.