Questo è un blog dedicato al mio "La fossa comune", edito nel 2008 da 0111 Edizioni e ora fuori catalogo. Chi fosse interessato ad averne una copia mi contatti (sandro.bastasi@gmail.com o su facebook alessandrobastasi@facebook.com).
IL MIO SECONDO ROMANZO
IL BOOK-TRAILER DE LA FOSSA COMUNE
martedì 30 dicembre 2008
TELE VIDEO LIBRI
Tele Video Libri è un canale di video chat creata su Libero.
Grazie a questo spazio sul web sarà possibile organizzare o partecipare ad eventi legati al mondo della cultura, quali presentazione di libri, letture di brani o letture a puntate di romanzi, discussioni su un libro specifico oppure discussioni a tema, infine sarà possibile recitare brani di un libro. Ovviamente il pubblico da casa potrà interagire con l'evento attraverso la chat oppure mediante l'utilizzo della videochat.
Per poter accedere è necessario avere un account di libero per la chat, l'autorizzazione per la videochat.
Sono in via di definizione i seguenti incontri a tema:
- horror, noir, mystery
- fantasy
- fantascienza
- poesia
- sentimentale
- giallo, poliziesco, thriller, avventura
- narrativa
Informazioni e palinsesto in questo apposito blogcreato per l'occasione.
mercoledì 24 dicembre 2008
Lo sconto per ora non c'è più
mercoledì 12 novembre 2008
Sconto del 20% su IBS!
martedì 11 novembre 2008
Presentazione del libro alla libreria Odradek di Milano
Recensione di eleU - http://www.anobii.com/eleu/books
Il libro dell'inquietudine di Vittorio Ronca. Si sarebbe potuto intitolare così l'ottimo romanzo di Alessandro Bastasi, se non ci avesse pensato qualcun altro.
Questo libro si basa sulla storia di una persona: il protagonista è talmente vivo, ben descritto, ricco di sfaccettature positive e negative e calato nella realtà da essere più di un personaggio. Uomini come Vittorio ne ho conosciuti: sempre pronti ad inseguire con entusiasmo un sogno, un ideale, un obiettivo più o meno realistico, per poi perdere ogni spinta fino alla prossima idea per sentirsi vivi.
Vittorio è però coerente nelle proprie scelte, sebbene per compiacere gli altri si sforzi, soprattutto in gioventù, di "omologarsi" a modo suo.
E' una persona, appunto e, se pensiamo all'etimo di questa parola, usa delle maschere, come tutti del resto. Ma siamo tanto più felici e realizzati quanto più la nostra maschera è corrispondente a ciò che siamo. Così l'affascinante Vittorio è contento quando riesce a fare effettivamente ciò che desidera, giusto o sbagliato che sia, a vivere con pienezza il proprio presente che, in fondo, è tutto ciò che abbiamo.
Bellissimi e interessantissimi i riferimenti al teatro (le "bellissime utopie" degli anni '60-'70) e alla storia contemporanea.
Una struttura solida e senza cedimenti e momenti di "stanca", una scrittura piacevole ed esperta.
La storia e certe complessità della psicologia del protagonista mi hanno ricordato un po' il bel film di Dino Risi, "Una vita difficile".
lunedì 10 novembre 2008
Speed Read del 3 ottobre scorso
sabato 8 novembre 2008
Nuova recensione del libro
Mi è piaciuto moltissimo il romanzo di Alessandro, che riesce ad intrecciare la vita reale del protagonista, intrisa di sogni, pensieri e scontri con una realtà allo sfacelo, con le vicende di un'Unione Sovietica non più tale, negli anni tra il 1991 ed il 1993. Bella la prima parte, cui ne seguono altre in periodi diversi che si incastrano uno nell'altro, in un crescendo di tensione. Ancora più belle le parti successive, dove Vittorio (il protagonista) mette a nudo il suo essere. Forse perchè gran parte dei suoi ideali li ho vissuti in prima persona, l'ho trovato un personaggio molto positivo, unica pecca - forse - il non essere stato capace di far comprendere alle persone a lui vicine la sua vera natura, l'importanza di quanto sentiva senza riuscire ad esprimerlo. Il titolo è fuorviante eppure talmente essenziale da riuscire, in sole tre parole, a descrivere tutta la profondità ed in fondo l'inadeguatezza al mondo attuale di Vittorio. Tre parole il cui significato soltanto la fine del libro rivela, tre parole per cui - fosse possibile - assegnerei ad Alessandro la quinta stellina.
Vorrei aggiungere che vale davvero la pena di leggerlo!
lunedì 20 ottobre 2008
La prossima presentazione sarà alla libreria Odradek (via Principe Eugenio, 28 - Milano) venerdì 14 novembre alle ore 18:00.
Ciao!
Alessandro
PS il libro a Milano è acquistabile nelle due librerie di cui sopra, e nella Libreria del Corso di Corso San Gottardo (oltre che su IBS).
domenica 5 ottobre 2008
Invito alla presentazione de "La fossa comune"
presso la libreria Archivi del '900
in via Montevideo, 9 - Milano
Alessandro Magherini presenterà il mio libro La fossa comune.
Ovviamente ci sarò anch'io :-)
Vi aspetto!
Alessandro
giovedì 2 ottobre 2008
Racconto: L'ARCHETIPO
Certo che doveva smetterla, di bere. Quell'altra volta, se fosse stato più in sé, l'avrebbe di sicuro capito che così non poteva andare. Sorrise di autocomprensione. "Se qualche volta non ci si diverte un po', che cosa l'ho fatto a fare, il mondo?" Più di tutto, era il problema dell'acqua, che doveva risolvere, che al contorno se ne andava da tutte le parti, un po' tornando indietro e un po' cadendo giù, del resto lì era proprio dove s'era sentito male e aveva vomitato, era tornato a casa barcollando, lasciando il lavoro incompiuto. Ma adesso che riguardava il progetto, capiva che non andava bene comunque. Era l'asimmetria del risultato, che lo lasciava perplesso. Non ci potevano essere, nell'universo, un sopra e un sotto, essendo l'isotropia uno dei requisiti fondamentali. Era la forma, quindi, a essere sbagliata. Ma non riusciva a venirne a capo. Gli uomini, poi, come l'avrebbero presa? Non ci avrebbero mai creduto, chissà quali diavolerie avrebbero inventato pur di non crederci!
Fu Lisa a fargli venire l'idea, la lavorante dell'osteria. Era una giornata calda, solo le api ronzavano sulle acacie, tutto il resto dormiva, anche le canne del fiume si piegavano indolenti sotto la calura del pomeriggio. Iddio russava, stravaccato sulla poltrona sfondata che teneva fuori, nel giardino, in mezzo all'erba alta, ai ranuncoli selvatici, e a un coacervo di strani arnesi mezzo arrugginiti. Era l'effetto della grappa. E poi, bisogna dirlo, ormai era un po' in là con gli anni, non aveva certo il vigore di una volta. Non so perché, forse a causa di un incubo, ma a un tratto Iddio si svegliò di soprassalto, guardandosi attorno pieno di ansia. E vide Lisa.
Era completamente nuda, e stava scendendo lentamente nel fiume a rinfrescarsi. Bella da mozzare il fiato. Iddio rimase immobile, incantato, a rimirarla, con la bocca aperta e il respiro affannoso. Quello che lo colpì con forza fu soprattutto... il culo! Un culo grande, rotondo, morbidamente sodo, ammiccante, immobile nel moto ondeggiante di Lisa, in cui si inseriva con altero distacco. E improvvisamente Iddio capì. La forma pura, immota pur nel movimento, che tutto attrae a sé, attorno alla quale far ruotare l'esistenza delle sue creature. La forma tonda, finita ma illimitata, percorsa da geodetiche purissime, cerchi massimi che tutti si incontrano, escludendo ogni possibilità di isolamento parallelo. Luogo geometrico di piccole vite, equidistanti da un centro femminino vibrante di fuoco, cui tendano come ultimo fine ogni massa e ogni consapevolezza, che non consenta fuga alcuna ad alcun essere, buco nero per il quale l'uomo lavori e fatichi senza sosta. Così doveva essere la Terra. Non più piatta, con l'Oceano che deborda dai confini, e le navi degli impavidi a precipitare giù negli abissi, e il nero dell'universo a salire dai precipizi che stanno al contorno! Tonda, dev'essere, come un grande potente e illimitato culo, illuminato a tempi alterni da un sole finalmente pago di tanta meravigliosa vista.
Iddio si alzò dalla poltrona, più allegro che mai. Emise un poderoso sbadiglio, e si mise al lavoro.
mercoledì 1 ottobre 2008
Presentazione del libro il 16 ottobre a Milano
domenica 28 settembre 2008
Presentazione del libro
La manifestazione, divertente, originale e informale, si aprirà con la presentazione di alcuni libri, 6 in totale: gli autori avranno a disposizione una decina di minuti ciascuno per parlare del proprio libro e/o per leggerne alcuni brani.
La serata si concluderà con un rinfresco a buffet e con l'estrazione di un NAVIGATORE SATELLITARE.
L'ingresso è libero e gratuito, ma vi chiediamo di portare con voi un libro usato da inserire nel nostro circuito di Book Crossing "I viaggi di carta" (tutti i libri portati dagli ospiti saranno a disposizione di tutti, gratuitamente).
Ecco i libri presentati alla quarta edizione dello Speed-Read:
- Dossier Xilo, di Andrea Bertozzi (thriller)
- I Leoni del Medebai. I moschettieri di Lasmara, di Giuseppe Antoni (avventura)
- La collina degli aquiloni, di Ennio Gelfi (thriller)
- La fossa comune, di Alessandro Bastasi (narrativa)
- Ti ho trovata, di Anna Pia Fantoni (narrativa)
- Tutti insieme adesso, di Paolo Lucchesi (narrativa)
VI ASPETTIAMO!
visualizza QUI l'invito:
http://www.serviziculturali.org/Immagini/INVITO_WEB.htm
lunedì 15 settembre 2008
sabato 13 settembre 2008
Racconto: LA BIONDA DI SANPIETROBURGO
L’uomo è arrivato a San Pietroburgo da un paio d’ore. Alloggia al Grand Hotel Europa, il migliore albergo della città. Sono le dieci di sera, ma è come se fosse giorno, le famose notti bianche di giugno. L’uomo si dirige a fare due passi sul Nevskij Prospekt, a godersi la frescura che il mare a quell’ora sospinge nelle strade della vecchia capitale. Ed è allora che la vede.
Bionda, alta, due grandi, tristi occhi castani, un sorriso assorto, si sta dirigendo verso di lui. L'uomo ricambia il sorriso, lei si guarda intorno con fare preoccupato, poi, titubante, gli chiede se vuole fare l'amore. Lui risponde subito di sì.
- Cento dollari?
La ragazza annuisce con la testa, e senza perdere tempo si affretta sulla strada per fermare un'auto.
- Andiamo a casa mia - dice.
Lui non fa obiezioni. Ci mettono quindici minuti ad arrivare, ed è un tragitto penoso, con lei che se ne sta ostinatamente zitta, e con lui che cerca in tutti i modi di chiacchierare un po'. Quella ragazza è davvero strana, diversissima da quelle che ha conosciuto a Mosca, ogni tanto sospira, o le tremano le labbra, l'uomo pensa che forse per lei è la prima volta, che non voglia farlo, che vi sia costretta dalla necessità di pagare l'affitto, tant'è che le dice: - Se non vuoi, non lo facciamo, ti lascio qualcosa lo stesso, e me ne torno indietro. Non c'è problema, davvero!
Ma lei fa di no con la testa, un no nervoso, poi si gira dall'altra parte, cercando di evitare il suo sguardo, che la fruga, indispettito, con sospetto. Finalmente arrivano, un palazzone grigio di periferia, uguale a tutti i palazzoni di periferia della Russia, che sono cadenti ancor prima di essere finiti. Salgono al quarto piano, in casa, c'è uno stretto corridoio con una porta in fondo, e la cucina sulla destra, con una lampadina che penzola triste dal soffitto. Lui ha una gran voglia di scappare via. Non gli è mai capitato prima, ma che cos'ha quella? Se non vuole basta dirlo, cristo! Un sorriso, almeno. No, fare l'amore con quella lì, ne è sempre più convinto, sarà di uno squallore immane, sicuramente si stenderà sul letto, aprirà nervosamente le gambe, e starà in tensione finché lui non avrà finito. Ma vaffanculo, ma per chi lo ha preso?
- Vuoi mangiare qualcosa? - gli chiede lei.
Ma figurarsi!, pensa l'uomo, seduto di sbieco sul bordo di una sedia sbilenca, in quella cucina unta, coi piatti sporchi nel lavello. Le sputa un no secco. Lei comunque, come se niente fosse, prende fuori dal frigo una scatola di pelati da mezzo chilo, l'apre con un coltello, e comincia a mangiarli, così come sono, freddi, tristi, disgustosi. Lui la guarda, ammutolito, a disagio per lei per quella totale mancanza di cura, anzi, per il disprezzo di sé che scaturisce da quel modo desolato di ingurgitare cibo.
Poi lei gli chiede i soldi.
- Non puoi darmi qualcosa di più?
E no, cazzo, quella è la tariffa standard, e per un trattamento cento volte migliore del suo.
- Vedremo dopo.
Lei non fa una piega, prende i soldi e gli dice:
- Aspettami qui un momento.
Dove va, a lavarsi? A mettere via i soldi per paura che lui glieli riprenda? L'uomo non è tranquillo, non è questo il modo di comportarsi, di solito le altre lo portano subito in camera, poi vanno a fare la doccia, e arrivano sotto le coperte belle calde e sorridenti. Eppure rimane lì, in quel buco di cucina, con il pavimento di linoleum, la scatola di pelati aperta mezza vuota, il coltello e la forchetta buttati in disordine sul tavolo di fòrmica. Ma quella quanto ci mette? Che cosa sta facendo? Forse è meglio andarsene. Ma no, le ha dato cento dollari, cavolo. E forse potrebbe essere, chissà, molto meglio di quanto lui non pensi. Magari adesso quella arriva lì, a spataffiargli la fica sotto il naso. Mah! Meglio mettere al sicuro gli altri soldi, intanto. Toglie quattrocento dollari dal portafoglio, lasciandoci solo pochi spiccioli, e se li mette nella tasca con la cerniera del giubbino. E continua ad aspettare. Aspettare. Adesso basta, però! La tensione cresce, gli sale dallo stomaco, gli fa chiudere la mani a pugno, ritmicamente. Gli viene un colpo, una scarica di adrenalina, quando va via la luce di quell'unica lampadina a penzoloni. Si riaccende subito, per fortuna, e lui respira forte. Si toglie gli occhiali e si strofina il viso, a lungo. Adesso me ne vado, si dice, sì, adesso mi alzo e me ne vado. Ma rimane lì, perché lei deve per forza ritornare, rimane lì, a guardare fisso la porta aperta della cucina, che dà sul buio del corridoio. A un tratto lo spazio di quella porta si riempie, e gli si rizzano i capelli in testa.
È un uomo giovane, alto e biondo, vestito di tutto punto, con un completo grigio chiaro e una cravatta azzurra. Ubriaco fradicio. Guarda l'altro per un po', in silenzio, con gli occhi semichiusi. Questo capisce subito.
- Occhei, occhei, adesso me ne vado ... vado via - balbetta, alzandosi, impacciato e impaurito.
Ma il giovane si avvicina, e gli scarica un pugno tremendo sullo zigomo sinistro, ricacciandolo sulla sedia. Lui si sente morire dal dolore, urla, e cerca di rialzarsi, adesso l'unica cosa che deve fare è riuscire a raggiungere la porta dell'ingresso. L'altro si fa ancora avanti, e afferra con forza il coltello che sta sul tavolo, e glielo agita contro, alitandogli in faccia "Dammi i soldi! I soldi! Sporco bastardo americano!" L'uomo è terrorizzato, tira fuori il portafoglio, glielo mostra, e dice "Guarda, ho solo dieci dollari, li vuoi? Occhei, occhei, prendi!" Il biondo glieli strappa via, e si mette a guardarli da vicino, a lungo, barcollando, sempre con il coltello in mano.
È un attimo. L'uomo, con un urlo, balza addosso al giovane, che crolla a terra come un fuscello, senza un lamento, trascinandosi dietro una sedia e la scatola dei pelati. L'uomo quasi non ci crede: ce l'ho fatta! Posso andarmene! Ma rimane lì, a guardarlo, come un coglione, con uno strano ghigno. "Bastardo" sibila. Bastardo! E invece di scappare, comincia a tempestarlo di calci, colpi secchi, soffocati, "Bastardo!", e picchia dappertutto, senza guardare, "Figlio di puttana!", urla, e colpisce, in faccia, nella schiena, nella pancia. Poi afferra la sedia e gliela spacca in testa, e non riesce più distinguere il sangue dalla salsa dei pelati. Respira affannosamente. E vede il coltello per terra. Lo raccoglie. Dov'è la ragazza, adesso? Lui rivuole i suoi cento dollari, cazzo di un dio! Quella troia dev'essere nella stanza in fondo al corridoio, e in effetti è proprio così, lui piomba dentro come una furia, ma si blocca di colpo, e non perché lei è rannicchiata in fondo al letto, terrorizzata, incapace di dire una parola, è per la puzza bestiale che lo investe, tre bottiglie di vodka vuote sul comodino e una chiazza di vomito fresco sul tappeto lurido. La ragazza lo guarda, cercando di farsi piccola piccola, lontana, impaurita, un grosso livido sotto l'occhio destro. Allora lui butta con rabbia il coltello sul letto, e corre alla porta d'ingresso, via da quella casa, via, e discende le scale a quattro gradini per volta, adesso ha paura che altri inquilini lo fermino, forse quel ragazzo è morto, e magari arriva la polizia, via, via, di corsa! Corre a rotta di collo anche fuori, ogni tanto si volta indietro, incrocia un'auto della militzija, rallenta, col cuore in gola, poi finalmente vede un taxi, un taxi vero, di quelli coi quadratini neri sul fianco.
La sera successiva l'uomo è seduto nella hall del Grand Hotel Europa. Sta cercando di leggere un libro, sorseggiando un aperitivo. Quel giorno ha cancellato tutti gli appuntamenti di lavoro e non è mai uscito dall’albergo, perché il tremito alle mani non gli era ancora passato. A un tratto, solleva lo sguardo per chiamare il cameriere, e ha un sussulto al cuore. La ragazza! E’ lì, a meno di tre metri da lui. Con il livido ancora in evidenza sotto l'occhio destro. Lui si agita, vorrebbe scomparire, ma lei lo ha già visto, e gli si sta avvicinando.
- Ha dimenticato questi - gli dice seccamente, porgendogli un paio di occhiali.
Lui è confuso, arrabbiato, impaurito, non sa dove guardare.
- Grazie - farfuglia.
Lei si gira per andarsene, ma l'uomo si alza e la ferma con la mano.
- E lui ... come sta ...
La ragazza si irrigidisce.
- E' morto - dice in fretta.
Gli si blocca il respiro. Una vampata di sangue alla testa.
- Come ...
- L'ho finito io, a coltellate - continua lei, inespressiva.
Tace per un attimo. Poi, fissandolo negli occhi, prosegue gelida:
- … e comunque nel palazzo, a quell'ora, molti hanno sentito un gran rumore per le scale, e qualcuno ha anche visto un uomo allontanarsi di corsa sul vialone. Dopo un po' ho gridato, in modo che tutti venissero a vedere quello che era successo.
Lo guarda, con aria di sfida. Lui non riesce ad aprire bocca, un crampo gli attorciglia lo stomaco. Lei solleva il viso, e gli sfiora la guancia con le labbra.
- Grazie - gli dice - ora è meglio che vada.